La cataratta nel cane e nel gatto: cause, sintomi e terapia

La Cataratta: cos’è?

 

La cataratta è un opacamento più o meno diffuso del cristallino e/o della sua capsula che interessa, oltre all’uomo ed altri animali, anche il cane ed a volte il gatto.

Il cristallino è una lente normalmente trasparente che si trova subito dietro l’iride e la sua funzione è quella di mettere a fuoco le immagini sulla retina.

L’opacamento può interessare solo una porzione o tutto il cristallino, fino a rendere impossibile la visione. Nell’occhio affetto il proprietario si accorge che la pupilla, normalmente nera, diventa bianca o azzurra. Il cane affetto da cataratta può manifestare deficit visivi, dolore e fastidio all’occhio interessato.

Da un punto di vista clinico la cataratta viene classificata in funzione del grado di opacamento, forma e localizzazione nel cristallino e/o nella capsula, causa scatenante, età di insorgenza, tipo di progressione.

Cataratta nucleare gatto

Cataratta nucleare nel gatto

Cause e conseguenze

Sono numerose le cause che portano alla comparsa della cataratta.
Ereditarie:Nel corredo cromosomico di molte razze di cani sono presenti uno o più geni responsabili dello sviluppo di questa patologia in epoche diverse della vita ed alcune cataratte di questo tipo possono essere congenite, cioè presenti dalla nascita. Il normale sviluppo della retina è favorito dall’azione della luce sulla retina stessa ed in questi casi è fondamentale intervenire prontamente per togliere l’opacamento per evitare che la retina rimanga ad uno stadio immaturo. Altre cause di cataratta congenita sono l’azione di tossici o di infezioni durante la vita fetale, associate o meno a patologie di sviluppo dell’occhio.
Metaboliche: Tra queste il disordine metabolico endocrino più frequentemente associato a cataratta è il diabete mellito. Il metabolismo energetico della lente si basa sul glucosio ed in corso di diabete si ha una alterazione del normale percorso biochimico di questo zucchero, alcuni suoi metaboliti rimangono all’interno delle cellule della lente, richiamano osmoticamente acqua e si ha comparsa di cataratta. La cataratta diabetica è una cataratta ad insorgenza e maturazione molto rapide (ore-giorni-settimane).
Nutrizionali: Nei cuccioli di cane e gatto (ma anche in altre specie animali come grandi felini selvatici e pesci) squilibri alimentari come eccesso di lipidi e carenze amminoacidiche possono portare alla comparsa di cataratta, soprattutto durante il periodo dell’accrescimento.
Traumatiche: Traumi oculari diretti (perforazioni oculari, corpi estranei penetranti) e indiretti (trauma cranico) posso provocare la comparsa di cataratta.
Tossiche. Diverse molecole come tossici ed alcuni farmaci a dosaggio eccessivo possono provocare la comparsa di cataratta; anche fattori infiammatori prodotti in corso di degenerazione retinica (PRA) possono indurre opacizzazioni del cristallino.

Infiammazione oculare: Tra le cause di cataratta acquisita l’uveite è la prima causa di cataratta, legata ad una alterazione dei metabolismi all’interno dell’occhio dovuti a questa infiammazione. In alcuni casi anche certi parassiti sono in grado di indurre cataratta.

Alterazioni dello sviluppo: In certi cani la permanenza oltre il limite fisiologico di tempo di alcune strutture embrionali oculari come la tunica vascolare della lente o il corpo vitreo primario induce cataratta.

Senilità: Così come nelle persone, con il progredire dell’età i cambiamenti dei metabolismi all’interno dell’occhio possono indurre cataratta.

 

La più grave conseguenza della cataratta, indipendentemente dalla causa scatenante, è la LIU – uveite indotta dal cristallino o uveite facoclastica, dove a causa di micro- o macro lesioni della capsula c’è la dispersione di microframmenti di cataratta all’interno dell’occhio. Questi frammenti hanno elevata capacità infiammatoria e l’uveite indotta deve essere subito trattata per evitare che l’occhio perda la sua funzionalità visiva.

cataratta cane

Cataratta nel cane

Trattamenti disponibili

Ad oggi l’unica opzione terapeutica disponibile è la chirurgia: non esistono colliri in grado di ridurre o risolvere la cataratta. L’intervento chirurgico usato per cane e gatto è lo stesso che viene praticato sull’uomo e consiste nell’asportazione della cataratta tramite facoemulsificazione. Questa tecnica sfrutta gli ultrasuoni prodotti da un piccolo manipolo che viene inserito attraverso un’incisione corneale per distruggere ed asportare la cataratta. Una volta rimossa tutta la cataratta viene riposizionata all’interno dell’occhio una lente artificiale che permette il ripristino della vista.

L’intervento va eseguito in anestesia generale.

Scelta del candidato per la chirurgia

Non tutti i cani possono essere sottoposti a chirurgia per cataratta:

–        il problema deve essere tale da giustificare una chirurgia e la retina deve essere funzionante

–        devono essere escluse altre condizioni oculari come uveiti ed endoftalmiti prima di procedere con l’intervento

–        il paziente deve essere in buone condizioni generali di salute ed eventuali patologie concomitanti (es. diabete mellito) devono essere stabilizzate prima dell’intervento

–        il paziente deve esseredi indole tranquilla ed accettare volentieri le medicazioni

–        il proprietario deve essere consapevole dell’impegno nel seguire il piano terapeutico post intervento.

Complicanze post operatorie e risultati

Negli animali sottoposti ad intervento di cataratta esistono complicanze post operatorie nel breve e lungo termine che sono in genere ben controllate dalla terapia medica effettuata dal proprietario a casa.

Ogni manipolazione chirurgica dell’occhio provoca una forte risposta infiammatoria, nel cane più di ogni altra specie ed è per questo che la terapia viene iniziata pochi giorni prima dell’intervento, per ridurre al minimo questi fenomeni.

Subito dopo l’intervento l’occhio potrebbe essere arrossato ed infiammato ma in genere la condizione è transitoria e si risolve nel giro di pochi giorni. La complicanza più grave nell’immediato post-operatorio è l’ipertensione oculare, legata all’utilizzo di particolari materiali durante l’intervento: la condizione è in genere transitoria e risponde alla terapia medica. Nel lungo periodo le complicanze peggiori sono rappresentate dal glaucoma (nel caso in cui non si riesca a tenere sotto controllo l’ipertensione oculare) e dal distacco retinico.

Per questi motivi le visite di controllo verranno effettuate frequentemente subito dopo l’intervento.

Se l’intervento non ha avuto complicanze ed il post operatorio scorre tranquillo il ripristino della capacità visiva è ottimale fin dalle prime settimane dopo l’intervento.