Epilessia idiopatica: il complesso caso del cane Argo

L’epilessia è un’importante patologia di natura neurologica che interessa moltissimi cani.

Osservare una crisi epilettica, soprattutto se è la prima e, come sempre, inattesa, genera nel proprietario un forte senso di terrore del quale non c’è da stupirsi, dal momento che l’animale colpito inizia a tremare all’improvviso, a compiere scatti e movimenti di pedalamento con gli arti, si irrigidisce e perde coscienza.
Purtroppo si tratta di una patologia che accompagnerà il paziente che ne è affetto per tutto il resto della vita, ma con una diagnosi precisa, cure adeguate e visite periodiche è possibile tenere sotto controllo il problema e garantire al nostro amico a quattro zampe una vita dignitosa.

Vediamo insieme di capire meglio come funziona questa malattia (e cosa si può fare per migliorare le condizioni di vita di un paziente epilettico) prima di raccontarvi del caso di Argo.

COS’È L’EPILESSIA

L’epilessia è una malattia neurologica cronica che coinvolge il cervello ed è conosciuta nell’essere umano da molto tempo, tanto che viene descritta in alcuni testi risalenti ad oltre 6.000 anni fa.

Si tratta di una patologia cronica dell’encefalo che comporta il verificarsi di crisi ricorrenti nel tempo ma transitorie, espressione di un’alterata attività elettrica dei neuroni a livello cerebrale.

Le crisi epilettiche, quelle che molto spesso vengono ancora definite in maniera piuttosto obsoleta come “crisi convulsive”, possono essere determinate da alcune patologie che non riguardano direttamente l’encefalo le cui conseguenze, però, si ripercuotono su di esso (crisi reattive), come ad esempio alcune malattie metaboliche che causano ipoglicemia o ipocalcemia, encefalopatia epatica o intossicazioni.

In questo caso, a seguito di risoluzione della patologia scatenante si avrà la scomparsa delle crisi che dunque non si ripresenteranno.

L’epilessia vera e propria, al contrario, è una patologia a carico del cervello le cui cause possono essere di natura strutturale (ad es. alterazioni anatomo-morfologiche) oppure idiopatiche.
La forma più comune e frequente di epilessia è quella idiopatica, la quale non riconosce cause precise ed identificabili ed è conseguenza di un’anormale attività eccitatoria neuronale primaria a livello cerebrale.
È stata riconosciuta e descritta una certa predisposizione di razza (in particolare i Retrievers (Golden e Labrador), il Border Collie, il Bassotto, il Pastore Australiano, il Pastore Belga, il Dalmata, ecc.), ma qualunque cane, compresi i meticci, potrebbe essere affetto da questa patologia.

Nei soggetti destinati a sviluppare l’epilessia, il primo episodio si manifesta solitamente tra il primo ed il quinto anno di vita, sebbene possa verificarsi a qualunque età.

I DIVERSI TIPI DI CRISI E I SINTOMI DELL’EPILESSIA NEL CANE

Esistono diversi tipi di crisi, in particolare:

  • CRISI FOCALI: quelle che interessano uno o più distretti anatomici circoscritti, come ad esempio un determinato gruppo muscolare, la cui localizzazione dipende dall’area cerebrale interessata; le crisi focali possono verificarsi in qualunque distretto anatomico ma le più frequenti sono quelle oro-facciali.
  • CRISI GENERALIZZATE: interessano l’intero corpo dell’animale come conseguenza del coinvolgimento di tutto il cervello.

Le crisi generalizzate si possono ulteriormente distinguere in base al tipo di contrazione ma le più frequenti sono sicuramente quelle tonico-cloniche, anche note come “grande male”, caratterizzate dal susseguirsi di contrazioni e rilassamento dei muscoli.
Durante questo tipo di crisi l’animale perde improvvisamente coscienza e cade atterra in preda a movimenti di pedalamento delle zampe, si irrigidisce, perde grandi quantità di saliva dalla bocca ed elimina involontariamente feci ed urine.

In questo momento, il paziente è totalmente incosciente e non si rende conto di cosa gli stia accadendo, non prova dolore e non è in grado di riconoscere il proprietario o di controllare i movimenti del corpo, motivo per il quale non dovrebbe mai essere toccato fino al termine della crisi.

Tra una crisi e l’altra, l’animale riacquista lo stato di coscienza e torna alla completa normalità.

Molto importante è la frequenza e la durata delle crisi: un singolo episodio nell’arco delle 24 ore e per un tempo molto breve (circa 1 minuto) non comporta, in genere, rischi immediati per la sopravvivenza.

Diversa è la situazione nel caso delle crisi a grappolo, o cluster, che si verificano a distanza ravvicinata tra loro, o quelle della durata di più di 5 minuti, anche dette “male epilettico”, in quanto rappresentano una vera emergenza ed un pericolo per il paziente, in quanto possono portare conseguenze gravi come ipertermia, ipoglicemia e danni irreversibili ai tessuti nervosi.

In presenza di cluster o di male epilettico è indicato il ricovero del paziente ed il ricorso immediato alla terapia intensiva.

LA DIAGNOSI DI EPILESSIA NEL CANE

La diagnosi di epilessia non è sempre semplice, soprattutto in virtù del fatto che solitamente il Medico Veterinario non può assistere alla crisi in prima persona ma deve basarsi sul racconto del proprietario.

Prima di giungere ad una diagnosi è necessario eseguire un’anamnesi dettagliata, una visita clinica generale accurata, una visita neurologica approfondita, esami del sangue e delle urine nonché i tests sierologici per alcune malattie infettive al fine di escludere tutte le altre patologie che possono determinare la comparsa di crisi epilettiformi.

È consigliabile eseguire sempre una diagnostica avanzata come la RM (Risonanza Magnetica), l’elettroencefalografia e, ove necessario, il prelievo del liquido cefalo-rachidiano.

Una volta accertata l’assenza di altre patologie il Medico Veterinario procederà a formulare per esclusione una diagnosi di epilessia idiopatica.

LA TERAPIA DELL’EPILESSIA IDIOPATICA

È importante sottolineare che l’epilessia idiopatica è una patologia che accompagnerà il cane per il resto della sua vita.
Lo scopo della terapia non è quello di curare una malattia che non può essere curata, bensì di tenere sotto controllo l’intensità e la frequenza delle crisi, al fine di rendere migliore la qualità della vita del paziente.

Esistono diversi farmaci e protocolli terapeutici ma la risposta del singolo soggetto può essere variabile, pertanto il cane epilettico deve essere sottoposto a visite periodiche al fine di verificare le condizioni cliniche ed eventualmente aggiustare il tipo di terapia e il dosaggio dei farmaci da somministrare.

Il successo della terapia dipende molto dall’esperienza e dalla professionalità dello staff Medico Veterinario e della presenza all’interno della struttura di un team multidisciplinare, dalla disponibilità di un valido laboratorio di analisi (interno o di riferimento) e di mezzi diagnostici all’avanguardia (ad es. Tomografia Computerizzata e Risonanza Magnetica).

IL CASO DI ARGO

Argo è un cane di 6 anni di età già in terapia per epilessia presso altri colleghi da circa 4 anni.
Il paziente è stato riferito presso il Pronto Soccorso del Centro di Riferimento Veterinario Futuravet per crisi epilettiche tonico-cloniche in cluster, per la precisione 20 episodi nelle ultime 24 ore.

Il paziente è stato visitato immediatamente e all’esame fisico sono state rilevate le seguenti alterazioni:

  • Marcato abbattimento del sensorio
  • Incapacità a mantenere la stazione quadrupedale
  • Difficoltà a deambulare
  • Reazione alla minaccia assente bilateralmente
  • Reazioni posturali assenti sui quattro arti
  • Temperatura corporea di 38.5°C
  • PAS (doppler) 150 mmHg.

A seguito della visita clinica sono stati prescritte ed eseguiti immediatamente i seguenti esami collaterali:

  • Emogas analisi
  • Ematobiochimico completo
  • Fenobarbitalemia
  • Elettroencefalografia.

Nonostante la stabilizzazione clinica eseguita presso l’Unità di Terapia Intensiva mediante terapia anticonvulsivante e antiedemigena, Argo ha sviluppato un’ulteriore episodio epilettico refrattario che ha reso necessario un periodo di coma farmacologico in ventilazione meccanica di durata e profondità sufficiente a permettere la scomparsa dei foci di attività elettrica epilettogena rilevati mediante il monitoraggio elettroencefalografico continuo effettuato e la risoluzione dell’importante edema cerebrale conseguente al cluster.

Epilessia idiopatica nel cane: il monitoraggio continuo elettroencefalografico. Futuravet Clinica Veterinaria a Tolentino

Monitoraggio continuo elettroencefalografico del paziente in stato di male epilettico (Dr.ssa Chiara Vitolo).

Grazie a questo tipo di monitoraggio è stato possibile tenere sotto controllo l’attività cerebrale e continuare a rilevare le crisi, dettagli che in un paziente in anestesia non sarebbe altrimenti stato possibile cogliere, e di conseguenza scegliere correttamente i farmaci e il loro dosaggio fino ad ottenere l’effetto desiderato.

Successivamente, Argo è stato risvegliato gradualmente dall’anestesia e non ha mostrato ulteriori segni di attività cerebrale epilettogena.

Il paziente è stato dimesso con la terapia medica prescritta dai colleghi del servizio di Neurologia, ma la situazione dovrà essere monitorata quotidianamente dai proprietari e il cane ricondotto a visita a distanza scadenzata per eseguire il controllo della fenobarbitalemia, della bromuremia e degli enzimi epatici.

Epilessia idiopatica nel cane: il tracciato elettroencefalografico. Futuravet Clinica Veterinaria a Tolentino

Elettroencefalogramma: attività elettrica ipovoltata con onde puntute in derivazione c4-o2.