La miosite nel cane e nel gatto: sintomi, cause e trattamento

Col termine di Miosite si indica un’infiammazione del muscolo. E’ una condizione patologica dolorosa che può essere anche l’indicatore precoce di una malattia che colpisce altri organi.

miositeLa miosite può colpire un singolo muscolo, un gruppo di muscoli (es. miosite dei muscoli masticatori) o tutti i muscoli del corpo (polimiositi, dermatomiositi e miopatia necrotizzante)

L’infiammazione dei muscoli può essere causata da:

  • La risposta dell’organismo ad un agente infettivo (parassiti come toxoplasma e neospora, ma anche B. burgdorferi, Ehrlichia, Rickettsia, batteri) presente a livello muscolare (miosite infettiva)

 

  • Una reazione immunitaria anomala, diretta contro i muscoli (miosite immuno-mediata). Tra queste ricordiamo la miosite dei muscoli masticatori (MMM), nella quale l’organismo produce anticorpi che prendono di mira alcune componenti del muscolo presenti solo a livello dei muscoli masticatori (fibre 2M). Questa patologia può colpire animali di tutte le razze, anche se è stata notata una maggiore incidenza in razze di taglia grande come Golden Retrievers, Doberman Pinschers, Pastore Tedesco, and Labrador Retrievers. Nel Cavalier King Charles Spaniels sembra esserci una predisposizione genetica e in questa razza possono essere colpiti gravemente anche animali piuttosto giovani. Un’altra forma localizzata, più rara, è la miosite dei muscoli extraoculari (EOM), riportata soprattutto in cani di razza Golden retrivers (maggior incidenza in animali tra 1-3 anni), ma non solo.

 

  • La miosite può essere associata ad alcuni tipi di tumori. La patologia può cominciare con un’infiammazione ed evolvere in tumore (cambiamenti pre-cancerosi) o un tumore ad un altro organo può innescare una reazione del sistema immunitario contro i muscoli (sindrome paraneoplastica)

 

charlieI segni clinici della miosite possono variare a seconda del distretto muscolare colpito. Nella miosite dei muscoli masticatori, per esempio, inizialmente si nota un rigonfiamento del muscolo alla sommità della testa, seguito, dopo una settimana o due, da una progressiva atrofia muscolare. Il cane solitamente fatica a muovere la mandibola ed ha dolore durante i tentativi di prensione dell’alimento o nel bere; negli stadi più gravi della malattia il cane arriva anche a non riuscire ad aprire la bocca (trisma mandibolare).

In pazienti con EOM il sintomo più evidente è l’esoftalmo bilaterale, o raramente monolaterale; a volte è presente strabismo.

Nei pazienti con miosite generalizzata (polimiosite) sono evidenti un’andatura rigida, dolore alla palpazione dei muscoli, debolezza. Anche in questi pazienti si nota un’iniziale rigonfiamento dei muscoli colpiti seguito nelle settimane successive da un’atrofia progressiva. Altri segni clinici che possono presentarsi comprendono rigurgito di acqua o cibo, difficoltà alla deglutizione, problemi respiratori.

In alcune razze (Cane da pastore scozzese a pelo lungo, Shetland sheepdogs, Australian cattle dog) si ritrova una patologia chiamata dermatomiosite, nella quale si ritrovano lesioni cutanee associate ad atrofia muscolare, dolore e andatura anomala.

Spin Echo T1 MDC.jpeg MMM carlinoLa diagnosi di miosite viene emessa sulla base dei rilievi della visita clinica, dell’aumento degli enzimi muscolari nel sangue, dei risultati di una biopsia muscolare con successivo esame istologico che mette in evidenza il processo infiammatorio all’interno del muscolo. Altri test che possono essere necessari sono test specifici per le malattie infettive ed esami per escludere la presenza di tumori (esami del sangue completi, Rx torace, eco addome, TC o RM)

Il trattamento medico dipende dalla causa scatenante. Nel caso di miositi infettive è diretta all’eliminazione dell’agente infettivo; nelle sindromi paraneoplastiche si deve instaurare una terapia mirata al trattamento del tumore primario; nel caso di forme immuno-mediate il trattamento mira a modulare la risposta del sistema immunitario e quindi verranno utilizzati farmaci immunosoppressivi (il farmaco più utilizzato a questo scopo è il prednisolone ma a seconda dei casi è possibile usare azatioprina, citarabina, micofenolato, ciclosporina o ciclofosfamide). Il trattamento immunosoppressivo viene iniziato con alte dosi del farmaco prescelto e, una volta che la patologia è sotto controllo, il dosaggio viene ridotto. Nel lungo periodo si cerca di interrompere la somministrazione dei farmaci ma spesso questo non è possibile e viene continuata una terapia al minimo dosaggio utile per tenere sotto controllo i sintomi. Il medico veterinario dovrà monitorare costantemente la terapia anche per gli effetti collaterali dei farmaci immunosoppressivi che, per definizione, possono abbassare le difese immunitarie dell’animale rendendolo più sensibile ad infezioni secondarie.

La prognosi per gli animali affetti da miosite è da buona a riservata a seconda della causa e della tempestività del trattamento.