
Gli strani casi del Dr. Futuravet: lo shunt porto-sistemico di Joy
Per la rubrica “Gli strani casi del Dr. Futuravet”, oggi vi raccontiamo la storia di Joy, un cagnolino maschio di razza maltese di circa 1 anno, animato da una grande voglia di vivere, giunto presso la Clinica Veterinaria Futuravet con gravi segni neurologici.
I sintomi di Joy
Inizialmente Joy era stato riferito dalla collega curante presso un’altra struttura.
Prima di ciò erano già stati eseguiti degli accertamenti di laboratorio (esame biochimico del sangue e delle urine) ed un’ecografia che lasciavano sospettare la presenza di uno shunt vascolare.
I valori ematici ed urinari alterati erano i seguenti:
- Acidi biliari pre-prandiali elevati (sangue)
- Ammonio elevato (sangue)
- Presenza di cristalli di URATO (urine)
Questi risultati di laboratorio, insieme al quadro ecografico, sono estremamente indicativi di shunt porto-sistemico.
L’ipotesi di uno shunt si sposava perfettamente con la sintomatologia neurologica e da sola sarebbe stata sufficiente per giustificare l’intero quadro clinico.
Inoltre, Joy era anche affetto da criptorchidismo, un’altra patologia congenita non infrequente in presenza di shunt.
Il paziente è stato indirizzato verso la Clinica Veterinaria Futuravet al fine di eseguire una visita neurologica più approfondita ed una RM.
Joy è arrivato nella nostra clinica a maggio di quest’anno: il cagnolino presentava un’evidente sintomatologia di tipo prosencefalico:
- forte disorientamento
- crisi convulsive
- alterazioni del sensorio
- anteropulsione (propensione a fissarsi ed appoggiarsi sugli ostacoli)
- atteggiamenti compulsivi (lambimento continuo)
- deficit di visione
- ipoacusia (abbassamento dell’udito).
Una volta visionati gli esami pregressi è subito apparso evidente un quadro clinico indicativo di shunt porto-sistemico, riconducibile ad un’intossicazione da ammonio.
Nonostante ciò, per non trascurare nessuna possibilità, Joy è stato fatto valutare anche dal nostro team di neurologi i quali, dopo una visita molto approfondita, hanno confermato come il sospetto di shunt fosse decisamente più fondato rispetto ad una patologia neurologica primaria.
La diagnostica per immagini
Dopo il consulto neurologico, di comune accordo con la collega referente ed i proprietari di Joy, si è preferito eseguire una TC (Tomografia Computerizzata) con mezzo di contrasto all’addome, invece della RM (Risonanza Magnetica) precedentemente prescritta.
Il referto della TC non lasciava dubbi e confermava la patologia sospettata.
Che cos’è lo shunt porto-sistemico
Lo shunt epatico, anche detto shunt porto-sistemico (PSS), è una malformazione vascolare che può essere di natura congenita od acquisita.
In condizioni normali, il sangue proveniente dall’apparato digerente viene convogliato nella vena porta e da qui al fegato, dove subisce un processo di depurazione prima di passare nel torrente circolatorio attraverso la vena cava.
In presenza di shunt, il sangue passa dalla vena porta direttamente alla vena cava, saltando il filtro epatico.
La presenza di tossine nel sangue, che normalmente verrebbero catturate e metabolizzate dal fegato, può causare danni ingenti al sistema nervoso centrale e ad altri organi ed apparati.
Lo shunt vascolare nel cucciolo porta inevitabilmente ad una progressione degenerativa grave.
Molti pazienti affetti da shunt si presentano con una sintomatologia blanda, in alcuni casi l’unico segno evidente è un ritardo nell’accrescimento o una scarsa propensione al movimento ed al gioco.
Infatti, fin da piccolo, Joy era rimasto indietro rispetto al resto della cucciolata, aveva poca voglia di giocare sia con i fratellini che con i figli dei proprietari, fino poi a sviluppare una sintomatologia neurologica grave.
Una volta chiarita in maniera definitiva quale fosse la patologia che affliggeva Joy, per la risoluzione del problema è stato necessario ricorrere alla chirurgia. La pianificazione dell’intervento è stata possibile dalla stretta interazione e dall’affiatamento dei nostri reparti di chirurgia, di anestesiologia, di diagnostica per immagini e di terapia intensiva.
Quale che sia l’entità dei sintomi, lo shunt non deve mai essere sottovalutato in quanto si tratta sempre e comunque di una patologia grave che può arrecare danni ingenti al paziente, fino anche alla morte.
La soluzione: l’intervento chirurgico
Prima di sottoporre Joy all’intervento chirurgico è stata necessaria una fase di stabilizzazione, durata alcuni giorni, con la somministrazione di terapie specifiche.
Non appena le condizioni del paziente lo hanno reso possibile si è proceduto con l’intervento chirurgico, l’unica via per giungere ad una risoluzione definitiva del problema ed in grado di restituire il paziente ad una vita normale.
L’intervento chirurgico per la risoluzione dello shunt consiste nella chiusura graduale del vaso anomalo, quello che permette il passaggio del sangue carico di tossine nel circolo sistemico.
Al contrario, la chiusura completa comporterebbe un sovraccarico sia del parenchima epatico che del suo sistema vascolare, non ancora adeguatamente funzionante per accogliere la normale mole di lavoro.
In sede intraoperatoria è stata eseguita anche una biopsia epatica, inviata al laboratorio per un ulteriore approfondimento.
Il referto dell’esame istologico idicava un quadro di microepatia, stasi biliare e alterazione dei vasi epatici compatibili con lo shunt.
La chirurgia è stata condotta con successo, e la soddisfazione è stata grande per tutto il team di Futuravet. Nei giorni seguenti l’intervento per risolvere lo shunt, Joy è rimasto nostro ospite nel reparto di terapia intensiva. Purtroppo, dopo 48 ore, è stato operato nuovamente per invaginamento intestinale, una complicazione non descritta ma possibile in seguito ad una chirurgia addominale. A parte questo inconveniente, dopo il ricovero di Joy è stato restituito alla sua famiglia.
La lunga ripresa post-operatoria e i dubbi dei proprietari
Perché ci soffermiamo sul momento della dimissione? Perché a nostro avviso è molto importante parlarne.
Quando Joy è tornato all’affetto della sua famiglia, i proprietari erano estremamente titubanti viste le condizioni generali dell’animale. Difatti Joy, un cagnolino dal pelo folto e bianco, non aveva un bell’aspetto al momento della dimissione e sembrava stare peggio di quando è entrato. Tosato su diverse aree del proprio corpo (addome, zampa e torace), procedura necessaria per l’intervento, per l’inserimento della cannula e per i monitoraggi ecografici seriali durante il suo ricovero, ed affetto da una fastidiosa diarrea (causata dalla somministrazione necessaria di lattulosio), il povero cucciolo sembrava veramente uno straccio. Comprensibile, dunque, lo sgomento dei proprietari. È stato necessario spiegare nuovamente che tutto ciò era perfettamente normale, purtroppo, e che il recupero di Joy sarebbe stato lento e lungo.
Quando la progressione di questa patologia porta alla manifestazione dei segni clinici che abbiamo descritto, nonostante un intervento andato a buon fine, sono necessari diversi mesi di terapie prima che il paziente possa tornare a condizioni di vita buone, ma la ripresa arriva!
Per la risoluzione di uno shunt avanzato è necessario diverso tempo, molta competenza da parte dei veterinari che seguono il caso e, soprattutto, tantissima fiducia e motivazione da parte dei proprietari.
Il lieto fine
I video di seguito mostrano due cani completamente diversi tra loro: Joy all’arrivo in clinica e Joy dopo due mesi dall’intervento, dove il cagnolino è in via di ripresa ma ancora debole.
In questa foto, scattata a distanza di cinque mesi dall’intervento, è possibile osservare un paziente completamente restituito ad un’esistenza normale.